AREE DI ATTIVITÀ
CARDIOLOGIA
Per fare bene prevenzione cardiovascolare bisogna prima di tutto identificare i soggetti ad alto rischio cardiovascolare.
Ma come si definiscono esattamente queste persone in Cardiologia?
Sono coloro che hanno avuto un evento cardiovascolare come angina, ictus, infarto, angioplastica. Ancora, chi è o stato soggetto a malattie come il diabete, insufficienza renale o una aterosclerosi periferica.
Questi pazienti dovranno quindi essere trattati con una terapia medica tradizionale.
Per i soggetti sani o asintomatici, invece, può cominciare un approccio diverso, ovvero: si devono analizzare i classici fattori di rischio cardiovascolare; si devono ricercare i primi segni di danno nelle arterie.
Spesso il primo danno rilevabile è l’ispessimento delle pareti carotidee; si prosegue anche con la ricerca, con ecodoppler, delle placche aterosclerotiche nelle carotidi, nell’aorta e nelle arterie femorali; si deve escludere la presenza di numerose malattie autoimmuni o infiammatorie come la colite cronica, le artriti, la psoriasi, la bronchite cronica ed altre. Tutte queste condizioni implicano infatti un aumento del rischio cardiovascolare. Solo a questo punto lo specialista in cardiologia può sapere se si trova davanti ad un paziente ad alto rischio cardiovascolare e potrà quindi definire l’entità del suo intervento, che potrà misurarsi in semplici variazioni dello stile di vita fino ad un trattamento farmacologico importante e continuativo.
La visita specialistica di prevenzione cardiovascolare è costituita da:
- Esame obiettivo
- Anamnesi
- Elettrocardiogramma
- Ecodoppler cardiologico
- Ecodoppler dei tronchi sopraortici
- Ecodoppler dell’aorta addominale
- Ecodoppler delle arterie renali
- Ecodoppler delle arterie femorali
Se ritenuto necessario, la visita verrà completata con:
- Misura dell’indice braccio-caviglia
- Studio della pulsatilità arteriosa, della funzione endoteliale e del microcircolo
- Test da sforzo
Tali esami non sono invasivi, sono privi di radiazioni ionizzanti, rapidi, ripetibili e possiedono un grande valore diagnostico e prognostico che, se eseguiti al di fuori di questa struttura, richiederebbero l’intervento di almeno tre specialisti diversi. Se il paziente risulterà a basso rischio cardiovascolare il nostro intervento non sarà necessario. Se emergerà un rischio cardiovascolare significativamente alto, ovvero un rischio di eventi maggiore del 10% a dieci anni, ovvero pari ad un rischio maggiore dell’1% all’anno, verranno impostati cambiamenti dello stile di vita e terapie farmacologiche allo scopo di ridurre tale rischio.
Tutto ciò che occorre produrre sono gli esami di laboratorio, non più vecchi di sei mesi, che includono:
- Colesterolo totale
- Colesterolo HDL
- Trigliceridi
- Glicemia
- Uricemia
- Creatinina
- Omocisteinemia
- Esame completo di urine
- Emocromo completo
- GOT – GPT
- Vitamina D
- Elettroliti plasmatici
- PCR HS (alta sensibilità)
- TMAO