Articoli e Pubblicazioni

PIOMBO: FATTORE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE

PIOMBO: NUOVO FATTORE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Già nel 2009 uno  prestigioso studio dell’Harvard School of Public Health (HSPH) in collaborazione con l’University of Michigan School of Public Health (U-MSPH) e pubblicato sulla versione online di “Circulation”, aveva mostrato una forte correlazione tra l’esposizione al piombo e le malattie cardiovascolari. Gli individui che si trovano esposti all’inquinamento da piombo vedono crescere di molto le probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari.

 

In tale studio,infatti,  i ricercatori avevano lavorato sui dati medici di 868 soggetti, tutti partecipanti al Department of Veterans Affairs  Ageing Study, (uno studio del il dicastero che si occupa degli ex appartenenti alle forze armate sulla salute dei suoi appartenenti). Essi hanno così constatato come il piombo tenda ad accumularsi nelle ossa per poi colpire il cuore. Ciò è doppiamente pericoloso: il piombo che si stabilisce nelle ossa,infatti, è molto meno eliminabile di quello che si trova nel sangue e che viene smaltito ne giro di un mese. L’azione dell’elemento, inoltre, si manifesta anni dopo l’esposizione agli agenti tossici.

In conclusione, la presenza di piombo nelle ossa è drammatica e rappresenta un importante predittore di morte cardiovascolare. Nuove prove collegano l’esposizione al piombo con i decessi per malattie cardiache. I ricercatori canadesi della Simon Fraser University di Vancouver hanno scoperto che il piombo è causa di oltre 400mila decessi l’anno, soltanto negli Stati Uniti, per malattie cardiache e cardiovascolari. E non c’è bisogno di un’esposizione elevata a questo metallo pesante, ma anche bassi livelli di esposizione aumentano in modo significativo il rischio di malattie dell’apparato cardio-circolatorio.

Tutti, chi più chi meno, siamo esposti al piombo sin dalla nascita. Già perché questo metallo pesante tossico lo ritroviamo nell’aria che respiriamo, nei giocattoli, nei mobili e nelle vernici, nelle batterie, in alcune stoviglie e via discorrendo. In pratica, non c’è scampo. Nel tempo sono state prese precauzioni circa l’esposizione a questo metallo, vietandone per esempio l’utilizzo in alcune produzioni, ma molto resta ancora in giro.

Oggi l’esposizione al piombo è molto più bassa per via delle normative che vietano l’uso del piombo nella benzina, nelle vernici e in altri prodotti di consumo quindi il numero di decessi dall’esposizione al piombo sarà inferiore nelle nuove generazioni.

In Usa, le malattie cardiovascolari sono in calo ma sono la prima causa di morte. Tra i fattori causa di queste morti c’e’ soprattutto il tabagismo, l’ipertensione arteriale, il diabete e la sedentarieta, ma l’esposizione ambientale al piombo fa anche parte dei motivi che favoriscono l’ipertensione e, di conseguenza, le patologie della circolazione.La soglia di rilascio di un intervento quando gli adulti si trovano in un ambiente dove sono esposti al piombo, e’ fissata, in Usa, a 5 microgrammi per decilitro di sangue (ug/dl).

Bruce Lanphear e i suoi coautori si sono particolarmente dedicati ad esplorare i risultati per una popolazione con i due tassi situati al di sopra e al sotto di questa soglia.

Tra il 1988 e il 1994, i ricercatori hanno valutato un totale di piu’ di 14.000 persone di 20 anni e oltre, nell’ambito di un campione rappresentativo della popolazione americana, ed hanno proseguito fino al 2011. Il valore medio di piombemia in questo gruppo era di 2,7 ug/dl e il 20% dei soggetti aveva un valore di meno di 5 ug/dl. Comparando il 10% del gruppo che aveva i livelli di piombemia piu’ bassi al 10% che avevano i tassi piu’ alti, gli autori hanno constatato in questi ultimi un aumento del 37% di mortalita’ per ogni tipo di causa, e un 70% per la mortalita’ dovuta ad una malattia cardiovascolare, sapendo che la mortalita’ per infarto del miocardio e’ completamente raddoppiata.

Lo stesso schema di aumento si ritrova prendendo in considerazione le persone che hanno una piombemia inferiore a 5 ug/dl. 250.000 decessi di origine cardiovascolare!! Per assicurarsi di poter attribuire questa crescita all’esposizione al piombo, Bruce Lanphear e i suoi colleghi hanno eliminato i fattori che potevano costituire confusione nell’interpretazione (altre cause avrebbero potuto spiegare questa tendenza): eta’, sesso, origine etnica, abitare in citta’, tabagismo, diabete, ipertensione, tasso di colesterolo, consumo di alcool e reddito. Se, per principio, la persistenza di punti oscuri non poteva essere scartata, gli autori ne hanno concluso che 412.000 decessi annuali in Usa, 250.000 dei quali di origine cardiovascolare, sono certamente attribuibili all’esposizione al piombo. Alla luce di tali evidenze, sembra chiaro come sia necessario ormai stimare il contributo dell’esposizione al piombo a basso livello per comprendere la tendenze della mortalità per malattie cardiovascolari e sviluppare strategie complete per meglio prevenirle.

Cosa puoi fare per ridurre l’esposizione al piombo? A parte quelle cose che non si possono controllare, vi sono alcune precauzioni che si possono prendere per ridurre la propria esposizione al piombo.Per esempio controllare le vernici che si usano in casa o quelle che sono state usate per la produzione di mobili e altri prodotti che si hanno sempre in casa. Se per esempio la propria casa è stata costruita prima degli anni ’80 è probabile che sia stata utilizzata della vernice al piombo. La degradazione dei materiali provoca la dispersione polverosa del piombo, che poi si respira o si assorbe in altro modo. Così il metallo pesante entra in circolo nel sangue. Per valutare la presenza di piombo esistono dei kit appositi che si trovano in vendita. Allo stesso modo, se la casa è vecchia o costruita prima del 1986, può essere che i tubi dell’acqua siano in piombo. Se questo è il caso è bene non utilizzare l’acqua di rubinetto per cucinare o, peggio, per bere. Anche in questo caso esistono modi per rilevare il piombo nell’acqua. Ci possono poi essere anche stoviglie o piatti verniciati con materiali al piombo, e il calore dei cibi può far rilasciare la sostanza. Attenzione dunque a questo.

Altra presenza di piombo può esserci in alcuni alimenti, come per esempio i prodotti a base di riso. Non consumare inoltre, eccessive quantità di tonno, pesce spada ed altri grossi pesci predatori, specie se in scatola; anche il consumo abituale di selvaggina uccisa in battute di caccia. I pallini delle cartucce rilasciano piccole quantità di piombo nelle carni della selvaggina. Piombo che verrà poi ingerito da chi si ciba di tali prede. Rimuovere leamalgame dentali a base di piombo e mercurio. Un rimedio naturale per disintossicarsi dal piombo è l’aglio. Gli agenti chelanti sono composti chimici in grado di “sequestrare” (catturare) i metalli pesanti favorendone l’escrezione. 

Secondo uno studio clinico Iraniano svolto su pazienti che presentavano intossicazione da piombo cronica (saturnismo), l’aglio, Allium sativum L., il comune bulbo che noi tutti conosciamo, avrebbe dimostrato un’azione simile alla p-penicillammina, farmaco chelante. con effetti collaterali nettamente inferiori al farmaco di sintesi. L’azione sarebbe da attribuire ai suoi composti solforati responsabili del tipico odore, come l’allicina, in grado di ossidare i metalli pesanti rendendoli solubili in acqua.  Val la pena quindi ancora per un motivo in più, aggiungere questo prezioso bulbo per insaporire i nostri piatti.

FONTE: Low-level lead exposure and mortality in US adults: a population-based cohort study
Prof Bruce P Lanphear, MDCorrespondence information about the author Prof Bruce P LanphearEmail the author Prof Bruce P Lanphear, Stephen Rauch, MPH, Peggy Auinger, MS, Ryan W Allen, PhD, Prof Richard W Hornung, DrPH